Defence Belongs To Humans

È grazie all’uomo che esiste l’attuale società, è grazie all’opera umana che esistono le città, i grandi magazzini, le automobili, gli ospedali, la scienza, l’arte.

Grazie all’uomo esiste l’uomo stesso.

L’uomo ha bisogno dell’uomo per vivere e per questo possiede un valore innato che va rispettato e tutelato.

E’ grazie all’uomo che oggi esiste il digitale, ma oggi tale ambiente sembra sempre vivere di vita propria, senza necessità di essere alimentato dall’uomo.

Un mondo di macchine. Oggetti che comunicano direttamente senza essere ascoltati da nessun essere umano, sistemi intelligenti che decidono in autonomia senza la necessità di essere supervisionati ed attuatori che proiettano decisioni digitali nel mondo naturale: è evidente che il “valore innato” dell’uomo nello spazio artificiale perde di caratura man mano che ci addentriamo nell’era del digitale.

Ma non è possibile aspettarsi dalla tecnologia la capacità di scelta etica.

Anche il miglior sistema di deep-learning (intelligenza artificiale), prima di poter essere avviato, necessita di una fase iniziale di allenamento che influenza radicalmente le sue decisioni. Proprio per questo motivo non è possibile considerare la tecnologia come eticamente neutrale in quanto dipende notevolmente dal suo allenatore, l’essere umano.

Infatti il mondo digitale è diviso in buoni e cattivi. E anche gli attaccanti, i cattivi, sono esseri umani.

Esseri umani che si servono del digitale per recare danno ad altri essere umani, per lucro, per vendetta, per ideologia, per geo-politica.

Un attaccante è un essere umano. Fintanto che è un essere umano ad attaccare un sistema, soltanto un altro essere umano ha la percezione di capire qual è il fine ultimo di quell’attacco